I digrammi e i trigrammi
I digrammi e i trigrammi sono gruppi di lettere che rappresentano un unico suono consonantico.
Facciamo un esempio pratico per capire meglio questa cosa:
Figli
Scelgo
Qui le lettere gl e sc non devono essere pronunciate singolarmente (non diciamo infatti né fi-g-li né s-cel-go), ma come se fossero una sola consonante.
In italiano ci sono infatti suoni che non sono rappresentati da nessuna lettera dell’alfabeto e che quindi devono essere trascritti attraverso un gruppo di due o di tre lettere, cioè attraverso un digramma o un trigramma.
I digrammi
I digrammi usati in italiano sono sette:
- gl davanti a i (egli, figli…)
- gn davanti a vocale (gnomo, pigna…)
- ch davanti a e / i (oche, archi…)
- gh davanti a e / i (funghi, laghi…)
- sc davanti a e / i (scettro, scimmia…)
- ci davanti a a / o / u (lercio, camicia…)
- gi davanti a a / o / u (giallo, valigia…)
Nei digrammi ci e gi la i serve solo a indicare che le due consonanti hanno un suono dolce (e infatti non viene pronunciata).
Se però la i è la vocale su cui cade l’accento tonico della parola (e quindi deve essere pronunciata), ci e gi non formano più un digramma, perché ogni lettera torna a rappresentare un singolo suono. Pensiamo ad esempio alla parola farmacia, che pronunciamo far-ma-cì-a.
I trigrammi
I trigrammi in italiano sono due:
- gli davanti a vocale (aglio, maglia…)
- sci davanti a vocale (lascio, sciupare…)
Anche in questo caso la i è semplicemente un segno grafico e non deve essere pronunciata (a meno che sia la vocale su cui cade l’accento tonico della parola, come in sciare, che infatti pronunciamo scì-a-re).
Attenzione
In alcuni casi il gruppo gl davanti a i non forma un digramma, ma deve essere pronunciato con la g dura:
Negligenza
Glicine
Si tratta però di casi rari.