Greco

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Esiodo

Esiodo è il primo poeta greco di cui abbiamo notizie storiche sicure, che ci fornisce lui stesso all’interno delle proprie opere.

Il padre esercitava il commercio per mare a Cuma, in Asia Minore, ma in seguito ad alcune difficoltà economiche si trasferì ad Ascra, una città della Beozia ai piedi del monte Elicona, dove Esiodo nacque nell’VIII secolo a.C. (città che il poeta stesso definisce “orribile d’inverno, penosa d’estate”).

Qui il padre si conquistò una discreta agiatezza e suddivise l’eredità tra Esiodo e Perse, fratello del poeta. Tuttavia, Perse dilapidò la propria parte e cercò di corrompere i re locali, che fungevano anche da giudici, per farsi assegnare anche l’altra; non sappiamo come sia finita la vicenda, ma Esiodo esorta in un’opera il fratello a rifuggire queste azioni e a preferire il lavoro onesto.

Partecipò poi agli agoni funebri di Anfidamante a Calcide, riportando la vittoria e ottenendo in premio un tripode, che consacrò alle Muse; la morte di Anfidamante, caduto nel corso di una guerra tra Calcide ed Eretria, è di fondamentale importanza, perché ci permette di datare l’attività di Esiodo intorno al 730 a.C. (periodo in cui fu combattuta la guerra).

Si racconta che ci fu anche una gara tra Omero ed Esiodo, in cui il popolo decretò vincitore Omero e i giudici invece Esiodo, ma si tratta di un racconto inventato.

Opere

Le due opere più importanti di Esiodo, che ci sono pervenute integre, sono la Teogonia e le Opere e giorni:

Teogonia

È un poema in esametri che Esiodo scrive per dare una sistemazione al materiale mitologico in circolazione, in modo da fornire un quadro ordinato degli dei (il titolo significa appunto “nascita degli dei”). La prima parte dell’opera si occupa della cosmogonia, cioè dell’origine dell’universo, mentre la seconda delle varie generazioni di dei che si sono succedute.

Opere e giorni

È un poema in esametri che ruota intorno a due temi principali, la giustizia e il lavoro, di cui Esiodo si occupa partendo dalla vicenda personale con il fratello Perse. Il poema si apre con un’invocazione alle Muse, di cui viene subito dopo celebrato il padre, cioè Zeus, garante di δίκη (dike), cioè di giustizia. Chiedendogli di assisterlo, Esiodo si rivolge al fratello Perse e lo esorta sia a rinunciare al disonesto proposito di corrompere i giudici locali per ottenere tutta l’eredità paterna sia a dedicarsi al lavoro nei campi, attività certamente faticosa, ma nobilitante.

Nell’antichità venivano attribuiti a Esiodo anche:

  • il Catalogo delle donne, un poema in cinque libri che elencava le stirpi nate dall’unione di una donna mortale con un dio; L’opera è conosciuta anche con il nome di Eoiai, che deriva dalla formula ἢ οἵη (e oie), cioè “o quale”, che introduceva le singole sezioni dedicate alle varie eroine.
  • lo Scudo, un poemetto che narra la lotta di Eracle contro il mostro Cicno; l’opera si apre con i versi della sezione del Catalogo delle donne relativa ad Alcmena, che unendosi a Zeus genera Eracle, e prosegue poi con una lunga descrizione dello scudo che Efesto fabbrica all’eroe sul modello della descrizione dello scudo di Achille nell’Iliade.

Stile

Lo stile di Esiodo si contraddistingue per:

  • una visione antiomerica delle cose. Esiodo rifiuta la mentalità aristocratica tipica dell’Iliade e dell’Odissea, in cui gli eroi erano il modello da seguire ed essere il più forte significava essere il capo dell’intera comunità. Esiodo rinuncia a questa prospettiva e lo fa sia togliendo il motivo guerresco dai suoi poemi (non parla cioè della guerra) sia esaltando il lavoro, pratica a cui gli aristocratici non dovevano stare. Inoltre, Esiodo provava con ogni probabilità un’antipatia personale per i personaggi con un ruolo di potere, dato che i re del suo villaggio si erano fatti corrompere da Perse.
  • l’idea del poeta vate. Esiodo considera i poeti (e quindi anche se stesso) come gli araldi dei nuovi valori che sostituiscono quelli del mondo aristocratico di Omero. Questi nuovi valori, che consistono nel lavoro e nella giustizia, sono valori universali e vengono trasmessi alla gente proprio dai poeti e dai loro componimenti. Per questo motivo i poemi di Esiodo sono poemi didascalici; il loro scopo non è intrattenere gli ascoltatori, come faceva l’epica tradizionale, ma trasmettere degli insegnamenti.
  • la presenza di elementi biografici all’interno delle opere.
  • un’evidente misoginia (odio per le donne), tipica della Grecia arcaica, che le considerava rovinose per l’uomo e poco produttive. In Esiodo questo punto di vista risulta evidente nella figura di Pandora.
  • la presenza di espressioni popolari, soprattutto per indicare animali o parti della natura. Ad esempio, il polpo è chiamato “senza osso” e la mano è chiamata “cinque rami”.