Il participio (schema generale)
Il participio in latino si comporta come il participio in italiano, cioè possiede allo stesso tempo le caratteristiche di un nome e di un verbo.
Ciò significa che il participio in latino:
- dato che è come un nome, è declinabile
- dato che è come un verbo, ha un tempo e una diatesi (cioè può essere attivo o passivo)
In base al tempo, esistono in tutto tre participi, cioè participio presente, participio perfetto e participio futuro.
Participio presente
Si forma aggiungendo le seguenti desinenze al tema del presente delle varie coniugazioni:
1a | -ans, -antis | Laudans |
2a | -ens, -entis | Monens |
3a | -ens, -entis | Legens |
4a | -iens, -ientis | Audiens |
Mista | -iens, -ientis | Capiens |
Si declina poi come un aggettivo di 2a classe (segue cioè la terza declinazione):
Laudans | Nominativo |
Laudantis | Genitivo |
Laudanti | Dativo |
… |
Le caratteristiche del participio presente sono:
- contemporaneità rispetto alla proposizione reggente (l’azione del participio avviene nello stesso momento di quella della reggente)
- azione attiva (il soggetto del participio compie l’azione)
- possono averlo tutti i verbi (attivi, deponenti, transitivi, intransitivi)
Rex fugit pugnans inimicos
Il re fugge, mentre combatte i nemici
Rex moruit pugnans inimicos
Il re morì, mentre combatteva i nemici
Participio perfetto
Si forma aggiungendo le seguenti desinenze al tema del supino:
Maschile | -us | Laudatus |
Femminile | -a | Laudata |
Neutro | -um | Laudatum |
Si declina poi come un aggettivo di 1a classe (il maschile e il neutro seguono cioè la seconda declinazione, il femminile la prima):
Laudatus, -a, -um | Nominativo |
Laudati, -ae, -i | Genitivo |
Laudato, -ae, -o | Dativo |
… |
Le caratteristiche del participio perfetto sono:
- anteriorità rispetto alla proposizione reggente (l’azione del participio avviene prima di quella della reggente)
- azione passiva (il soggetto del participio subisce l’azione)
- possono averlo solo i verbi transitivi attivi e deponenti
Legati missi a consule dormiunt
Gli ambasciatori che sono stati mandati dal console dormono
Legati missi a consule cecinerunt
Gli ambasciatori che erano stati mandati dal console cantarono
Attenzione
Il participio perfetto dei verbi deponenti ha valore attivo e non passivo. Ad esempio, hortatus (dal verbo hortor) significa “che ha esortato” e non “che è stato esortato”.
Participio futuro
Si forma aggiungendo le seguenti desinenze al tema del supino:
Maschile | -urus | Laudaturus |
Femminile | -ura | Laudatura |
Neutro | -urum | Laudaturum |
Si declina poi come un aggettivo di 1a classe (il maschile e il neutro seguono cioè la seconda declinazione, il femminile la prima):
Laudaturus, -a, -um | Nominativo |
Laudaturi, -ae, -i | Genitivo |
Laudaturo, -ae, -o | Dativo |
… |
Di base il participio futuro si traduce in uno di questi tre modi:
Che sta per…
Che ha intenzione di…
Che è destinato a…
Laudaturus
Che sta per lodare
Che ha intenzione di lodare
Che è destinato a lodare
Le caratteristiche del participio futuro sono:
- posteriorità rispetto alla proposizione reggente (l’azione del participio avviene dopo quella della reggente)
- azione attiva (il soggetto del participio compie l’azione)
- possono averlo tutti i verbi (attivi, deponenti, transitivi, intransitivi)
Rex incitat milites morituros
Il re incita i soldati che stanno per morire
Rex incitavit milites morituros
Il re incitò i soldati che stavano per morire
IN ENTRAMBI I CASI I SOLDATI MUOIONO DOPO CHE IL RE LI HA INCITATI
Che funzione ha il participio nella frase?
All’interno della frase il participio può avere una funzione nominale, se funge da nome o da aggettivo, oppure verbale, se funge da verbo.
A seconda della funzione che assume, il participio può essere:
Se ha funzione nominale
- sostantivato
- attributivo
- predicativo
Se ha funzione verbale
- congiunto
- assoluto
Participio sostantivato
Corrisponde, come dice il nome stesso, a un sostantivo. Si traduce con colui che, colei che, la cosa che (a seconda che sia maschile, femminile o neutro) seguiti dal verbo oppure, quando è possibile, con un sostantivo:
Laudans
Colui che loda
Sapientes
I sapienti
LETTERALMENTE COLORO CHE SANNO
Participio attributivo
È legato a un sostantivo (a cui fa da aggettivo) e si traduce con una proposizione relativa oppure, quando è possibile, con un aggettivo:
Mater amat filium canentem
La madre ama il figlio che canta
Miro virtutem valentium militum
Ammiro il coraggio dei soldati valorosi
LETTERALMENTE CHE VALGONO
Participio predicativo
È retto da un verbo (di cui completa il senso) e può concordare con:
- soggetto (participio predicativo del soggetto)
- complemento oggetto (participio predicativo dell’oggetto)
Si traduce perlopiù con un infinito o con una proposizione dichiarativa:
Soggetto
Consul querens videtur cum legato
Il console sembra lamentarsi con l’ambasciatore
Complemento oggetto
Video puellam flentem
Vedo che la ragazza piange
Bisogna fare attenzione a non tradurre il participio predicativo come se fosse un participio attributivo:
Vedo che la ragazza piange
NON
Vedo la ragazza che piange
Per sapere se siamo in presenza di un participio predicativo o di un participio attributivo, basta guardare se il participio è retto da un verbo (e allora è predicativo) oppure no (e allora è attributivo).
Il participio predicativo più frequente è il participio futuro, che insieme al verbo sum forma la perifrastica attiva:
Laudaturus sum
Io sto per lodare
Participio congiunto
È legato a un sostantivo (che può essere sottinteso) e si traduce con una proposizione:
- causale
- temporale
- concessiva
- ipotetica
- finale (solo il participio futuro)
Miles pugnat obsidens urbem
Il soldato combatte, poiché assedia la città
Il soldato combatte, mentre assedia la città
Il soldato combatte, nonostante assedi la città
Il soldato combatte, se assedia la città
Se il participio è riferito al soggetto della proposizione principale, può essere tradotto anche con un gerundio:
Il soldato combatte, ferendo i nemici
MA
Il generale aiuta il soldato, mentre ferisce i nemici
Se usassimo il gerundio anche nel secondo caso, il suo soggetto sarebbe il generale e non più il soldato.
Participio assoluto
È usato soltanto nell’ablativo assoluto e consiste in un participio (presente o perfetto) all’ablativo legato a un sostantivo all’ablativo, con cui forma una proposizione completamente separata da quella principale:
Consule clamante
Interfecto rege
Si traduce come il participio congiunto (escluso il valore finale):
Reluctante natura, inritus labor est
Se la natura si oppone, la fatica è inutile
Urbe capta, milites exsultaverunt
Dopo che la città fu presa, i soldati esultarono
Perché si chiamano così?
I nomi dei vari participi derivano dalla caratteristica peculiare che li contraddistingue:
Sostantivato
Funge da sostantivo (cioè da nome).
Attributivo
Funge da attributo (cioè da aggettivo).
Predicativo
Completa il senso del predicato (cioè del verbo).
Congiunto
È congiunto (cioè legato) a un nome.
Assoluto
È slegato (absolutus) dal resto della frase, nel senso che non è connesso grammaticalmente a nessun altro elemento.