Le proposizioni interrogative dirette
Le proposizioni interrogative dirette in greco consistono in una domanda e si costruiscono con l’indicativo, il congiuntivo o l’ottativo.
Tendenzialmente l’indicativo viene usato per una domanda che riguarda un fatto reale, il congiuntivo per esprimere un dubbio e l’ottativo per dare una sfumatura di potenzialità:
ἔξεστι τοὺς θεοὺς τιμᾶν;
È possibile onorare gli dei?
τί ποιῶμεν;
Che cosa dovremmo fare?
ποῦ οἱ στρατιῶται καταφεύγοιεν;
Dove potrebbero rifugiarsi i soldati?
È molto semplice riconoscere le interrogative dirette, perché terminano sempre con un punto di domanda (che in greco si indica con il nostro punto e virgola).
Le proposizioni interrogative dirette si dividono in semplici e doppie:
Semplici (la domanda è una sola)
Sono in genere introdotte da pronomi, aggettivi, particelle o avverbi interrogativi
τίς στολὴν ἔχει;
Chi ha un mantello?
Doppie (la domanda prevede più alternative)
La prima parte è introdotta il più delle volte da πότερον (può anche non esserci), mentre la seconda da ἤ
πότερον πέπλον ἤ στολὴν βούλεσθε;
Volete un peplo o un mantello?
Per fare una domanda retorica, vengono usate le seguenti particelle:
Se ci aspettiamo una risposta affermativa
οὐ
ἆρ’οὐ
οὔκουν
οὐκοῦν
μῶν οὐ
μῶν μή
Se ci aspettiamo una risposta negativa
μή
ἆρα μή
μῶν
οὔκουν εἰς τὴν πόλιν ἔρχεσθαι πρέπει;
Non conviene andare in città? (Sì, conviene)
μῶν οἱ βασιλεῖς τὸν δῆμον ἔσωσαν;
I re hanno forse salvato il popolo? (No, non lo hanno salvato)