Grammatica

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I verbi deponenti

I verbi deponenti in latino sono verbi che hanno solo la forma passiva, ma il significato attivo:

HortorIo esorto
SequĭmurNoi seguiamo
VerēturEgli teme

Esistono sia deponenti transitivi (reggono il complemento oggetto) sia deponenti intransitivi (non reggono il complemento oggetto):

TRANSITIVO

Exercitum sequor

Seguo l’esercito

INTRANSITIVO

Pro patria mortui sunt

Morirono per la patria

Esattamente come i verbi normali, anche i verbi deponenti si suddividono in quattro coniugazioni, a cui si aggiunge una coniugazione mista:

Hortari1a coniugazione
Verēri2a coniugazione
Sequi3a coniugazione
Largīri4a coniugazione
GradiConiugazione mista

Alle seguenti voci i verbi deponenti hanno la forma attiva (anche qui vengono tradotti all’attivo):

  • Participio presente (hortans)
  • Participio futuro (hortaturus)
  • Infinito futuro (hortaturum esse)
  • Gerundio (hortandi)
  • Supino attivo (hortatum)

Gli unici due casi in cui un verbo deponente dev’essere tradotto al passivo sono il gerundivo e il supino passivo:

GERUNDIVO

Hortandus

Che deve essere esortato

SUPINO PASSIVO

Hortatu

A esortarsi

Il participio perfetto dei verbi deponenti ha spesso valore presente (ad esempio, hortatus si traduce con colui che esorta o esortando).

Attenzione

Quando incontriamo un verbo deponente, il modo migliore per tradurlo correttamente è seguire lo stesso procedimento che seguiremmo con un verbo normale. In entrambi i casi bisogna cioè individuare il modo, il tempo e la persona del verbo che abbiamo davanti, dopodiché tradurlo in italiano. L’unica cosa da ricordarsi è che i deponenti devono essere tradotti all’attivo e non al passivo.

Facciamo un esempio con la forma hortabitur. In questo caso il modo è l’indicativo, il tempo è il futuro semplice e la persona è la 3a singolare. A questo punto lo traduciamo all’attivo (e non al passivo, come saremmo portati a pensare a prima vista), cioè egli esorterà.

Per sapere se un verbo è deponente, bisogna guardare sul dizionario il verbo di provenienza (ad esempio, vedendo che hortabitur deriva da hortor, capiamo che è deponente e che quindi va tradotto all’attivo).