Grammatica

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Le proposizioni infinitive

Le proposizioni infinitive in greco non sono altro che la forma implicita (con il verbo all’infinito) delle proposizioni dichiarative.

Possono essere di tre tipi:

  • soggettive (fungono da soggetto del verbo reggente)
  • oggettive (fungono da complemento oggetto del verbo reggente)
  • epesegetiche (sviluppano meglio quanto anticipato nella reggente)

Si costruiscono con il soggetto in accusativo e il verbo all’infinito (non sono introdotte da alcuna congiunzione):

SOGGETTIVA

δεῖ τοὺς στρατιώτας μάχεσθαι

È necessario che i soldati combattano

OGGETTIVA

ὁ κῆρυξ ἀγγέλλει τὸν στρατὸν εἶναι ἐν τῇ πόλει

L’araldo annuncia che l’esercito è in città

EPESEGETICA

τοῦτο ἀνεγχώρητον ἡγοῦμαι, δούλους χρήματα ἔχειν

Questo ritengo inammissibile, che i servi possiedano ricchezze

Quando ci troviamo di fronte a un’infinitiva, occorre tradurre la frase reggente, metterle subito dopo che, tradurre l’accusativo (che è il soggetto dell’infinitiva) e infine tradurre il verbo all’infinito:

ὁ κῆρυξ ἀγγέλλειL’araldo annuncia
Che
τὸν στρατὸνL’esercito
εἶναι ἐν τῇ πόλειÈ in città

Naturalmente può capitare che all’interno dell’infinitiva ci siano anche altri elementi oltre all’accusativo e all’infinito, ma l’importante è seguire in ogni caso questo procedimento, in modo da ridurre al minimo il rischio di sbagliare la traduzione (dopo avere tradotto l’accusativo e l’infinito ci occuperemo cioè di tutto il resto).

Con che tempo dobbiamo tradurre l’infinito? In linea di massima, l’infinito presente esprime contemporaneità (per cui in italiano lo tradurremo con un tempo che faccia svolgere l’azione dell’infinitiva nello stesso momento dell’azione della reggente), l’infinito aoristo esprime anteriorità (per cui in italiano lo tradurremo con un tempo che faccia svolgere l’azione dell’infinitiva prima dell’azione della reggente) e l’infinito futuro esprime posteriorità (per cui in italiano lo tradurremo con un tempo che faccia svolgere l’azione dell’infinitiva dopo l’azione della reggente):

οἴομαι τὴν πόλιν πλούσιαν γίγνεσθαι

οἴομαι τὴν πόλιν πλούσιαν γενέσθαι

οἴομαι τὴν πόλιν πλούσιαν γενήσεσθαι

Ritengo che la città sia ricca

Ritengo che la città fosse ricca

Ritengo che la città sarà ricca

Ovviamente il modo che utilizziamo dipende da quello richiesto dal verbo reggente in italiano (ad esempio, ritengo regge il congiuntivo, mentre so regge l’indicativo).

L’infinito perfetto è più raro e serve a sottolineare il valore risultativo di qualcosa, cioè esprime la conseguenza che un fatto passato ha nel corso dell’azione della reggente.

Le infinitive soggettive possono essere costruite anche con il nominativo al posto dell’accusativo:

λέγονται αἱ πόλεις πλούσιαι γενέσθαι

Si dice che le città fossero ricche

Quando ci troviamo di fronte alla costruzione con il nominativo, non dobbiamo fare altro che seguire questi passaggi:

  • facciamo una traduzione letterale della frase (in questo caso “le città sono dette essere state ricche”)
  • mettiamo il verbo reggente alla terza persona singolare (in questo caso “sono dette” diventa “si dice”)
  • aggiungiamo che
  • attacchiamo la soggettiva (adattando naturalmente il suo verbo al resto della frase)

Anche qui tendenzialmente l’infinito presente esprime contemporaneità, l’infinito aoristo esprime anteriorità, l’infinito futuro esprime posteriorità e l’infinito perfetto ha valore risultativo.